sabato 31 gennaio 2009
La resistenza quotidiana delle donne palestinesi
Domenica 1 febbraio
Dalle ore 17
Voci di donne
Confronto tra donne con diverse esperienze e riflessioni
sulla situazione in Palestina
Proiezioni video Non più sole di Donatella Bidini
Via da Gaza per restare di Carla Pagano e Hazem Harb
Poesia e prosa dalla letteratura della resistenza palestinese
(da testi di Sahar Khalifa; Fadwa Tuqan; Samira Azzam)
Dalle ore ore 21
Cena a base di cucina palestinese e musiche dal Mediterraneo
Assemblea romana di femministe e lesbiche
Gruppo donne Ex-Snia
Csoa Ex-Snia
Via Prenestina 173, tram 5-14-19, bus 81-810 - fermata Gattamelata
domenica 11 gennaio 2009
venerdì 14 novembre 2008
Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne
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Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO
Corteo di donne autorganizzato
ROMA, 22 NOVEMBRE 2008 - P.zza della Repubblica, ore 14.00
INDECOROSE E LIBERE!
La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.
Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 donne, femministe e lesbiche per dire NO alla VIOLENZA MASCHILE e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne da parte di governi e partiti, per legittimare politiche securitarie e repressive. Torneremo in piazza anche questo anno perché i governi cambiano ma le politiche restano uguali e, al giorno d’oggi, peggiorano.
In un anno gli attacchi alla nostra libertà e autodeterminazione sono aumentati esponenzialmente, mettendo
in luce la deriva autoritaria, sessista, e razzista del nostro paese.
Ricordiamo il blitz della polizia al policlinico di Napoli per il presunto aborto illegale, le aggressioni contro lesbiche, omosessuali e trans, contro immigrate/i e cittadine/i di seconda generazione.
Violenza legittimata e incoraggiata da governi e sindaci-sceriffi che vogliono imporre modelli di comportamento normalizzati in nome del “decoro” e della “dignità” impedendoci di scegliere liberamente come condurre le nostre vite.
La violenza maschile ha molte facce e una di queste è quella istituzionale: vorrebbero risolvere la crisi economica e culturale che stiamo vivendo smantellando lo stato sociale.
Per salvare le banche, rifinanziare le missioni militari all’estero e militarizzare le nostre città, tagliano i fondi ai centri antiviolenza, ai consultori e a tutti i servizi che garantiscono alle donne libertà, salute e indipendenza.
Con la legge 133 tagliano i fondi alla scuola e all’università pubblica per consegnare l’istruzione nelle mani dei privati, determinando la fine del diritto ad una istruzione gratuita e libera per tutte/i.
Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre precarie, perdono il posto di lavoro, e viene meno un sistema educativo - il tempo pieno - che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di movimento e autonomia.
L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e dell’università è di renderci sempre più precarie e meno garantite: mogli e madri “rispettabili” rinchiuse nelle case, economicamente dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e bambini. Non pagheremo noi la vostra crisi!
Vogliamo reagire alla violenza fisica, psicologica, economica, normativa, sociale e religiosa agita verso di noi, in famiglia e fuori, “solo” perché siamo donne. Vogliamo dire basta al femminicidio.
SABATO 22 NOVEMBRE
SAREMO DI NUOVO IN PIAZZA COME FEMMINISTE E LESBICHE
PER RIBADIRE
con la stessa forza, radicalità e autonomia che
E AFFERMARE CHE
al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che SIAMO TUTTE INDECOROSAMENTE LIBERE!
al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE
ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!
Sommosse – Rete Nazionale di femministe e lesbiche
www.flat.noblogs.org, per adesioni: sommosse_roma@inventati.org
venerdì 3 ottobre 2008
Giardinaggio d'assalto davanti al consultorio di Piazza dei Condottieri
Oggi, 20 giugno alcuni genitori di Comare insieme alle donne dell’Assemblea del Consultorio hanno mandato un messaggio al quartiere e alle istituzioni armati di palette e rastrelli.
Di fronte al consultorio dei Piazza dei condottieri, all’interno del cui edificio si trova anche l’Asilo Nido Comunale La Magnolia, si trovavano alcune aiuole che versavano in uno stato di penoso degrado offrendo uno spettacolo triste e indecoroso ai bambini che quotidianamente vi dovevano passare davanti per entrare all’asilo e alle mamme con bambini piccolissimi che si recavano al consultorio.
Co.ma.re e l'Assemblea delle donne del Consultorio, che aveva indetto una giornata di sensibilizzazione e volantinaggio sui servizi offerti dal consultorio, hanno quindi pensato di intervenire attivamente per rimediare alla totale assenza del Servizio Giardini e dell’AMA che, come abbiamo potuto constatare, non ripulivano le aiuole e il tratto di strada circostante da mesi.
I partecipanti all’iniziativa hanno quindi abbellito le aiuole spoglie con nuove piante ed hanno affisso dei cartelli per spiegare alla popolazione del quartiere i motivi dell’iniziativa.
“Siamo molto contenti di quello che abbiamo fatto - raccontano i presenti- I bambini non meritano questo degrado. Abbiamo ricevuto numerosi incoraggiamenti da parte delle persone che passavano. Speriamo che questi gesti possano contribuire a sviluppare una sensibilità comune verso gli spazi pubblici e le istituzioni capiscano che siamo stufi di vivere nella sporcizia e nel degrado. Il decoro urbano e la manutenzione degli spazi sono compito dell’AMA e del Municipio. Ci chiediamo per quale motivo siamo stati costretti a farla noi.”
Forme di sopraffazione, resistenze e lotte

Forme di Sopraffazione, Resistenze e Lotte
dalla violenza del sistema alla violenza nella quotidianità e nell'intimità
Sabato 5 aprile
ore 21:00 apertura mostra di fotografie e fumetti
ore 21:30 proiezione video "Surplus" e "Piazza Navona ore 17"
ore 23:00 concerto rap con La Tripla - Lega al Titanio - Serk, a seguire selezioni musicali
Domenica 6 aprile
ore 13:00 braciolata all'aperto
CSOA Ex SNIA VISCOSA
Via Prenestina, 173
bus 81, 412, 810, 12N - tram 14, 5, 19
mercoledì 24 settembre 2008
Corso di italiano per donne

OGNI LUNEDÌ CORSO DI ITALIANO GRATUITO PER DONNE
Dove: via De Magistris, 15 - scuola statale Alberto Manzi
Quando: Lunedì, dalle 14.30 alle 16.00
Le lezioni saranno a cura delle volontarie del Gruppo Donne Snia
EVERY MONDAY FREE ITALIAN COURSE FOR WOMEN
Where: 15, via De Magistris - Alberto Manzi public school
When: Monday, from 2.30 p.m. to 4.00 p.m.
Lessons are given by the volunteers of female group Gruppo Donne Snia
TOUS LES LUNDI COURS GRATUIT DE LANGUE ITALIENNE POUR FEMMES
Où: 15, via De Magistris - école publique Alberto Manzi
Quand: Lundi, de 14.30 à 16.00
Les lecons seront données des volontaires du groupe féminin
Gruppo Donne Snia
دورة مجانية لتعليم اللغة الايطالية للنساء فقط
كل اثنين من الساعة14.30 الى الساعة ال16.00
لدى مدرسة
"A.MANZI"
في شارع
Di magistris N° 15
نحن في انتظاركم امام البوابة!
المؤسسة الثقافية
S.N.I.A
Manifestazione cittadina 7 marzo 2008
TRA LA FESTA IL RITO IL SILENZIO…
SCEGLIAMO LA LOTTA!!!
Le femministe e le lesbiche hanno memoria.
Marinella, Maria Carla Cammarata, era una giovane donna che il 7 marzo 1988 venne stuprata da 3 uomini, vicino Piazza Navona. Il movimento delle donne fece propria la sua battaglia e la accompagnò lungo tutto il percorso legale che seguì lo stupro. Alla fine del secondo processo gli stupratori vennero lasciati a piede libero e poco tempo dopo Marinella si lasciò morire di polmonite.
Oggi come ieri, siamo in piazza per denunciare ancora una volta la violenza maschile sulle donne e le lesbiche.
L’abbiamo già detto in 150.000 il 24 novembre scorso e in migliaia il 14 febbraio.
Abbiamo ripreso la parola senza delegare ad alcuna parte politica l’espressione del nostro pensiero e delle nostre pratiche.
Anche oggi non rinunciamo alla nostra autorappresentazione e autonomia, scegliendo di essere in piazza con un corteo autorganizzato da femministe e lesbiche.
Non parteciperemo alla manifestazione indetta dai tre sindacati, che legittimano politiche esclusivamente familiste volte a rinchiudere la donna nel ruolo di moglie e madre e a imporre l'eterosessualità come unica scelta. Leggiamo inoltre nella loro convocazione un tentativo di scavalcare, delegittimandola, la decisione presa dalle donne, all’assemblea nazionale del 12 gennaio, di autorganizzare un 8 marzo in ogni città.
Non permettiamo che qualcuno parli al nostro posto!
Gridiamo contro la violenza maschile, tra cui quella istituzionale che dibatte e legifera sopra i nostri corpi.
Diciamo basta a chi strumentalizza l’aborto e la procreazione per produrre consensi e per fare campagna elettorale.
Rivendichiamo il nostro diritto di scegliere, amare, decidere liberamente, contro l’eterosessualità e la maternità come scelte obbligate.
Non indietreggiamo di fronte agli attacchi contro la nostra libertà e autodeterminazione.
Tutte insieme, nessun passo indietro!
Invitiamo tutte le donne, le femministe e le lesbiche a sommuoversi insieme al
CORTEO DEL 7 MARZO 2008 da PIAZZA NAVONA –ore 18.30 ASSEMBLEA ROMANA DI LESBICHE E FEMMINISTE
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Manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne 25 novembre 2006
25 novembre 2006
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Ore 12.00
Manifestazione
a Largo Argentina
La violenza sulle donne si esplicita in diverse forme: violenza fisica (maltrattamenti), sessuale (molestie, stupri, sfruttamento), economica (negazione dell’accesso alle risorse economiche della famiglia, anche se prodotte dalla donna), psicologica (violazione del sé), coercitiva (riduzione della libertà).
Essa costituisce un fenomeno trasversale: si manifesta in diversi ambiti, indipendentemente dal contesto di vita, dalla classe sociale di appartenenza, dal livello di istruzione, dall’età, dagli aspetti fisici e caratteriali.
La violenza sulle donne è il frutto di una cultura maschilista patriarcale.
E’ una terribile pratica usata dagli uomini di ogni società e di ogni tempo per mantenere invariata la loro posizione di potere e continuare a relegare le donne nella condizione di “eterne subordinate”.
La violenza risulta essere la prima causa di morte per le donne (prima del cancro o degli incidenti stradali).
In un caso su tre si tratta di violenza domestica, perpetuata dal proprio padre, marito, compagno, etc...
Le violenze fisiche, nell’ambito della famiglia, rappresentano solo uno degli aspetti, anche se il più evidente, delle forme in cui si manifestano i maltrattamenti e le sopraffazioni sulle donne. Essi infatti arrivano solitamente alla fine di un processo lungo e devastante di violenze psicologiche a carattere “preparatorio”.
Riappropriamoci del nostro corpo
Donne Snia
28 ottobre 2006 giornata di mobilitazione antifascista
IL FEMMINISMO È IL VERO ANTIFASCISMO
Anche quando in Italia si è passati al successivo governo repubblicano, le donne non hanno mai smesso di subire queste violenze. Tutti i giorni continuiamo ad essere attraversate, nelle relazioni, nella comunicazione, nel nostro vissuto, dalla violenza: il fascismo per noi non è mai venuto meno.
Per noi donne l’antifascismo quindi acquista contenuti che fuoriescono dalla comune denotazione creata negli ambiti della politica e del pensiero maschile.
Essere antifasciste, oggi, vuol dire combattere e denunciare ogni forma di quel sempre attuale dominio maschilista che, con la sua carica violenta, ci “accompagna” in molti momenti e luoghi della nostra vita quotidiana: nel posto di lavoro, entro le “calde” mura domestiche, passeggiando piacevolmente per la strada o guidando la macchina la sera.
Gli ultimi esempi di stupri ci allarmano, ma sicuramente non ci appaiono una novità: lo sappiamo per diretta esperienza che le strade per noi non sono sicure. E che il nostro aggressore può essere chiunque, a prescindere dalla nazionalità, dal legame di parentela, dall’orientamento ideologico e dalla classe sociale di appartenenza.
Episodi di violenza sono sempre all’ordine del giorno. Per rendersene conto basta guardare nelle proprie case, parlare con la vicina, sfogliare la cronaca nera della nostra città in cui frequentemente si legge “donna uccisa dal marito perché troppo geloso”.
Il marito, l’uomo, si sente padrone di decidere della vita della donna come se fosse in suo potere, o uno strumento di cui fare ciò che vuole, fino ad annullarla psicologicamente o a toglierle la vita.
Ma non è solo nell’ambito della violenza che si evidenzia questa subalternità femminile.
Ancora oggi la condizione della vita, dei diritti, dell’esistenza delle donne, mostra numerosi esempi di continuità con il passato.
È possibile cogliere alcune inquietanti similitudini tra quanto asserito dal regime fascista riguardo al ruolo della famiglia e della donna e quanto accade oggi nella nostra attuale “democrazia” parlamentare. Del resto non vi è nulla di cui sorprendersi, vista l’ingerenza della chiesa cattolica nel determinare la morale da seguire in fatto di riproduzione e sessualità. Ingerenza che -guarda caso- si rafforza istituzionalmente proprio durante il fascismo, nel momento in cui la chiesa riconosce lo stato italiano in cambio di un rapporto privilegiato con esso, soprattutto riguardo a tematiche quali l’istruzione e l’istituzione matrimoniale.
Non è difficile scorgere nell’attuale propaganda attuata dai movimenti per la vita una degna prosecuzione dell’alleanza tra stato e chiesa, inaugurata dai Patti Lateranensi durante il ventennio fascista. Con la sola differenza che attualmente lo stato dovrebbe essere laico e democratico.
Ancora oggi la soggettività è subordinata in nome della famiglia, ritenuta la cellula “sacra” ed inviolabile della società è l’unica titolare di diritti.
Rispetto all’ambito sessuale e della riproduzione, il fascismo negava l’aborto e la contraccezione e incentivava una politica a sostegno delle famiglie numerose. Oggi, ripetuti sono gli attacchi da parte delle gerarchie vaticane e dei partiti che tagliano i finanziamenti ai consultori pubblici e ai servizi per l’interruzione di gravidanza e incentivano, invece, quelli ai movimenti per la vita; di conseguenza, oggi come ieri, si ricorre all’aborto clandestino.
Nel lavoro invece, nonostante la retorica delle pari opportunità, continua a perpetuarsi la divisione in base al sesso. Le donne vengono pagate di meno a parità di mansioni o sono spesso costrette a firmare fogli di licenziamento in bianco, al momento dell’assunzione, per l’eventualità di una maternità. Anche il lavoro di cura o quello all’interno della famiglia, sono ancora considerati prerogativa femminile. Il tasso di disoccupazione e di precarietà, nonché i vari contratti atipici, riguardano prevalentemente le donne, che devono dividere il proprio tempo fra la cura dei familiari e il lavoro retribuito. È sotto gli occhi di tutti che le donne occupano raramente posti di decisione, di responsabilità, dentro i vari ambiti della società (lavoro, università, sanità, politica, ecc…)
Per noi la resistenza al fascismo quindi è la lotta quotidiana alla violenza, alla sopraffazione, alla negazione di diritti, alla gerarchia e alla discriminazione, per l’autodeterminazione di noi stesse nella nostra vita, nella nostra sessualità come lesbiche, singole o coppie etero o omosessuali; per la nostra libera scelta riproduttiva e di maternità, sia essa da singola o di coppia, omologa o eterologa.
29 settembre 2006 giornata europea sui diritti e la salute delle donne
ROMA RISPONDE
29 settembre giornata europea sui diritti e la salute delle donne
PIAZZA SAN COSIMATO dalle 18 in poi
STANDS INFORMATIVI, TEATRO, WORKSHOPS, MUSICA
DANNATAMENTE DONNE...
PER ESSERE, DECIDERE E LOTTARE CON IL NOSTRO CORPO E LA NOSTRA MENTE.
Autodeterminazione delle donne contro falsi moralismi, violenze,
sfruttamento, sensi di colpa, ruoli imposti, discriminazioni, divieti..
LIBERE DI SCEGLIERE!
Al social forum ad Atene è stata proposta la data
del 29 settembre per una mobilitazione europea sui
diritti e sulla salute delle donne.
Da troppo tempo il nostro diritto all’autodeterminazione sulle scelte della vita e della sessualità, è costantemente preso di mira, limitato, costretto o fuorviato da vari poteri
(influenza del vaticano, indirizzi politici, vincoli economici del mondo del lavoro,
organizzazione della società).
Scendiamo in piazza per gridare ancora una volta il nostro NO
contro ogni tipo di ingerenza, controllo e potere sui nostri corpi, per la nostra
autodeterminazione, per la nostra salute, per i nostri diritti.
Per confrontarci, per gridare forte la nostra
determinazione a difendere e
soprattutto affermare i nostri diritti, proponiamo una
mobilitazione cittadina per il 29 settembre:
una mobilitazione che sappia comunicare,
informare che certe battaglie non sono finite,
controinformare, sensibilizzare, denunciare,
confrontarci.
Collettivi femministi e comitati di donne romane
Pillola abortiva RU486

Incontri e dibattiti sui diritti e la salute della donna
Per informarci ed informare, per creare nuovi spazi di discussione e confronto, per
costruire percorsi comuni di consapevolezza e azione
ABORTO E PILLOLA ABORTIVA RU486
Isola pedonale, Via del Pigneto
Intervengono: Dr.ssa Cristina Damiani, Dr.ssa Giovanna Scassellati
Per considerare nuove forme di interruzione di gravidanza, meno invasive e più rispettose della salute psico-fisica della donna, come la pillola RU486.
Per opporci con forza a una politica sanitaria statale che non regolamenta nelle strutture pubbliche l’obiezione di coscienza, tagli i fondi o chiude i reparti di interruzione di gravidanza, che è incapace di muoversi autonomamente e risulta suddita delle indicazioni conservatrici del Vaticano.
Per ricominciare a parlare pubblicamente del nostro corpo e rivendicare con forza una politica di autodeterminazione femminile!
Pillola del giorno dopo

Incontri e dibattiti sui diritti e la salute della donna
Per informarci ed informare, per creare nuovi spazi di discussione e confronto, per costruire percorsi comuni di consapevolezza e azione
Vi invitiamo ad un incontro di informazione e dibattito alla presenza di ginecologhe e medici specialistici per risolvere dubbi, dare risposte e chiarimenti, conoscere i nostri diritti
5 maggio 2006 ore 18: incontro informativo su Pillola del giorno dopo e contraccezione d’emergenza
Interverrà la Dott.ssa Cristina Damiani
A seguire dibattito
ISOLA PEDONALE PIGNETO
Quando i diritti li scegliamo noi!
Il repartino auto-gestito al Policlinico
“Facciamo aborti per non abortire”
Assemblea-dibattito sull’esperienza del repartino e dei consultori.
L’esperienza del repartino ha una grande valenza politica e sociale che la rendono quanto mai attuale.
Innanzitutto si tratta di un’esperienza gestita da collettivi extraparlamentari e extrapartitici che si spendono al fine di fare applicare, boicottata di fatto dopo la sua approvazione, la legge 194.
La forte valenza sociale è nel modo con cui si impone con la forza l’applicazione di un diritto già esistente (la legge sull’Interruzione Volontaria di Gravidanza, n.194).
Viene sperimentato attraverso un lungo percorso fatto di assemblee, lotte, occupazioni un diverso approccio all’interno di un servizio sanitario (il Policlinico Umberto I di Roma) al “problema salute” in genere ma nello specifico al “problema salute della donna”.
Il senso del repartino è sintetizzabile nello slogan “Facciamo aborti per non abortire”, si muove cioè sulla linea prioritaria della prevenzione (che diventa un fattore di secondaria importanza se inserito invece nel circuito economico che investe sugli interessi dei privati: case farmaceutiche, dottori baroni universitari, sanità privata in genere! E che salta nel sistema sanitario con i tagli economici ma soprattutto con le privatizzazioni!).
Alla constatazione della forza di questa esperienza, rivendicata a ragione con la frase “Non abbiamo mai parlato solo di aborto” segue la dovuta valutazione del “dopo”
Una volta che la 194 aveva preso piede e veniva applicata ufficialmente era necessaria una rete territoriale di consultori capaci di approfondire e continuare a trattare i temi delle prevenzione e non della cura (che è quella che paga di più chi la può sfruttare sulla nostra pelle!), dell’autodeterminazione, della ricerca e della scelta della maternità.
Era necessario che si creasse ed è necessario che si crei una coscienza forte capace di resistere a qualsiasi attacco politico, economico e religioso!
Dopo la proiezione di un video autoprodotto sull’esperienza del repertino, si terrà un’assemblea-dibattito con esponenti dell’occupazione di allora e medici del Policlinico di adesso, presentando le condizioni attuali della struttura sanitaria, del reparto di ostetrica e dell’IVG.
Venerdì 24 marzo 2006 ore 19,00
Presso il CSOA Ex Snia Viscosa, via Prenestina 173.