sabato 31 gennaio 2009

La resistenza quotidiana delle donne palestinesi

L’occupazione israeliana e l’assedio di Gaza


Domenica 1 febbraio

Dalle ore 17
Voci di donne
Confronto tra donne con diverse esperienze e riflessioni
sulla situazione in Palestina


Proiezioni video Non più sole di Donatella Bidini
Via da Gaza per restare di Carla Pagano e Hazem Harb


Poesia e prosa dalla letteratura della resistenza palestinese
(da testi di Sahar Khalifa; Fadwa Tuqan; Samira Azzam)


Dalle ore ore 21
Cena a base di cucina palestinese e musiche dal Mediterraneo




Assemblea romana di femministe e lesbiche
Gruppo donne Ex-Snia



Csoa Ex-Snia
Via Prenestina 173, tram 5-14-19, bus 81-810 - fermata Gattamelata

La violenza contro le donne non dipende dal passaporto

Se andate qui:

http://www.agenziami.it/articolo/2437/Presidio+delle+donne+davanti+al+Campidoglio/

potrete vedere il video del presidio che si è tenuto il 29.01.09 al Campidoglio

Comunicato presidio del 29 gennaio in campidoglio

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
NON DIPENDE DAL PASSAPORTO,
LA FANNO GLI UOMINI

Invitiamo tutte a partecipare a un presidio
contro la violenza maschile sulle donne,
giovedì 29 gennaio - dalle ore 16 in poi
scalinata del campidoglio, roma

Il Comune di Roma ha indetto per giovedì 29 gennaio (dalle ore 16) una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la "sicurezza" delle donne.
Le istituzioni e i media ancora una volta non hanno alcun ritegno nell'usare le donne che già subiscono violenza per parlare di altro e per distogliere l'attenzione dal fatto che la violenza contro le donne da sempre la compiono uomini - di qualunque nazionalità e classe sociale essi siano.
La politica e le istituzioni non hanno mai dedicato alcun 'consiglio straordinario' al fatto che le donne in Italia nel 90% dei casi (dati Istat) subiscono violenze o vengono uccise da familiari, ex o conoscenti, perché vorrebbe dire ammettere che c'è un intero sistema sociale ed economico che sfrutta le donne e cerca di controllare le loro vite con la 'cultura' dello stupro.

LE DONNE INSIEME
POSSONO SCONFIGGERE LA PAURA DELLO STUPRO,
POSSONO DENUNCIARE E DIFENDERSI
Presidio dalle ore 16 - scalinata del Campidoglio
giovedì 29 gennaio, roma

L'Assemblea romana di femministe e lesbiche
sommosse_roma@autistici.org

La violenza sulle donne non è una questione di sicurezza pubblica.

Negli ultimi giorni si sono consumati due stupri a Roma e dintorni, denunciati a gran voce dai media italiani. Non si parlava così tanto e diffusamente di violenza sulle donne dai tempi della campagna elettorale dello scorso aprile, quando la questione della sicurezza, dell'emergenza creata dai "violenti aggressori migranti", ha permesso l'impennata elettorale della destra.
Non è un caso che la grande risonanza data a questi episodi di violenza avvenga proprio alla vigilia della votazione al Senato del “pacchetto sicurezza” (DDL 733) per giustificarne le misure vergognosamente razziste e repressive.

Ribadiamo qui, contro chi usa la questione della violenza sulle donne solo quando fa più comodo, a scopi elettorali e mediatici, che la violenza sulle donne la fanno gli uomini, non è una questione di ordine pubblico, né di sicurezza, né tanto meno è relazionata alla provenienza geografica dell'uomo. Purtroppo è la stessa società in cui viviamo a legittimare un vera e propria cultura dello stupro, basti pensare alle recenti dichiarazioni del premier italiano, secondo il quale gli stupri POSSONO SEMPRE CAPITARE, dunque sono INEVITABILI, a meno che non si riesca a stanziare un soldato per ogni bella ragazza.

Ricordiamo che l'80% dei casi di violenza sulle donne avviene all'interno delle mura domestiche, e non per strada, e soprattutto è agita da mariti, compagni, fidanzati, fratelli e padri, non da perfetti sconosciuti, né tantomeno da migranti. Ci chiediamo perché a questo dato non venga data tanta risonanza, come ci chiediamo perché non ha fatto scalpore la notizia della donna rumena stuprata nello scorso ottobre dal datore di lavoro italiano. Evidentemente l'interesse della classe politica non è quello di risolvere la questione della violenza sulle donne, ma creare dei nemici sociali, in particolare individuati nei cittadini migranti, sui quali direzionare il malcontento della gente, sempre più strangolata dalle conseguenze della crisi economica, dalla mancanza di uno stato sociale efficiente, dal precariato diffuso sul lavoro.
Le politiche razziste del governo sono direttamente responsabili di episodi quali l'aggressione da parte di Forza Nuova ai danni di cittadini rumeni avvenuta a Guidonia.

La violenza sulle donne non è un fenomeno nuovo, ma un pesante fardello culturale che ci portiamo dietro da secoli. E' la spia di una società in cui l'uguaglianza tra i sessi è puramente formale, ma vede le donne svantaggiate dal punto di vista occupazionale (ricordiamo che in Italia l'occupazione femminile presenta una delle percentuali più basse d'Europa, nonostante le donne siano mediamente più istruite degli uomini), dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale. Una società che propone ancora un modello di donna succube e sottomessa all'uomo, o in quanto oggetto di piacere sessuale o in quanto moglie e madre reclusa nella prigione domestica.

La questione della violenza sulle donne è il portato di una cultura misogina e non si risolve con l'ordine pubblico, con l'incremento dei poliziotti nelle strade o cercando di individuare una categoria di “stranieri nemici” secondo logiche apertamente razziste.

La violenza sulle donne potrà essere risolta solo all'interno una società in cui
venga promosso il rispetto per le differenze di cultura, di provenienza geografica, di genere, di orientamento sessuale.

Gruppo Donne CSOA Ex Snia

domenica 11 gennaio 2009

martedì 2 dicembre 2008

Adeschiamo i diritti!


ADESCHIAMO DIRITTI! ROMA - 13 DICEMBRE Piazza Farnese

http://adeschiamoidiritti.noblogs.org

Dalla presentazione del Disegno di Legge Carfagna sulla prostituzione e con
le ordinanze di tanti Sindaci in Italia si è creato un pericoloso clima di
intolleranza verso tutte le persone che si prostituiscono. La «sicurezza»
sta diventando l’abbaglio e il pretesto per escludere e discriminare i
più «deboli», i «diversi» e gli «stranieri», nei confronti dei quali
sono aumentate aggressioni, violenze, discriminazioni che si fanno passare
come normali, endemici e scontati atti di violenza metropolitana,
sottacendone l’origine razzista, sessista, omo-transfobica. Sulla paura e
sull’insicurezza si sono costruite campagne che non risolvono ma
ingigantiscono i problemi, dei quali si continua a non considerare le cause
cercando semplicemente di eliminare gli effetti per mezzo della ricetta
più semplice, quella di nascondere. Esattamente quello che si sta tentando
di fare con la prostituzione: renderla invisibile. Ci opponiamo al ddl
perché crediamo che le persone debbano essere:
• LIBERE DALLA VIOLENZA a cui vuole condannare il ddl Carfagna
costringendo le persone ad esercitare la prostituzione al chiuso, dove è
più difficile difendersi dalla violenza e dove aumenta la precarietà. Il
ddl inoltre, prevede il rimpatrio forzato delle persone minorenni non
italiane che si prostituiscono, costringendole a tornare nei luoghi dai
quali sono fuggite.
• LIBERE DI POTER ACCEDERE E DI USUFRUIRE DI SERVIZI E OPPORTUNITA'
mentre invece il ddl Carfagna - con il suo estremismo securitario e la sua
impostazione esclusivamente repressiva - toglie ogni prospettiva futura per
chiunque voglia abbandonare la prostituzione (si pensi alle transessuali,
discriminate sul lavoro). Le persone trafficate vedranno ridotte
drasticamente le loro possibilità di accedere ai programmi di assistenza e
protezione sociale in quanto sempre più irraggiungibili dagli operatori
sociali ma anche dalle forze dell’ordine, che verranno viste come nemiche
anziché come un punto di riferimento.
• LIBERE DI SCEGLIERE mentre il ddl Carfagna non tiene in considerazione
il fatto che la prostituzione possa essere una scelta, né garantisce aiuto
alle vittime di tratta e sfruttamento, né offre alternative a chi vorrebbe
abbandonare l’attività prostitutiva ma ha bisogno di un sostegno. •
LIBERE DAL PREGIUDIZIO mentre il ddl, criminalizzando la prostituzione,
aumenta lo stigma e il pregiudizio verso chi la pratica, esponendo le
persone a violenze, persecuzioni, discriminazioni e maggior emarginazione.
• LIBERE DI AGIRE mentre il ddl, per salvaguardare il «pubblico
pudore», impone norme di comportamento a tutte e tutti. In questo modo si
limita la libertà, l’autodeterminazione e si ledono i diritti.

venerdì 14 novembre 2008

Un altro decreto contro le donne

L'assemblea romana di femministe e lesbiche si unisce alla lotta dei comitati, reti di scuole, madri, insegnanti e quante operano nel settore scolastico, contro i recenti provvedimenti legislativi che minacciano la qualità dell'istruzione pubblica in Italia.

Tali provvedimenti si inseriscono nel quadro di uno smantellamento globale dei servizi pubblici e di quei diritti che sono frutto di lotte portate avanti da uomini e da donne che hanno creduto che una scuola aperta a tutti e a tutte, sia la premessa per una vera crescita.

Oggi il Decreto Gelmini, insieme agli altri provvedimenti approvati, tra cui la Finanziaria di Tremonti, ripropongono una scuola "monolitica", sanzionatoria, chiusa di fronte alle differenze e incapace di coglierne il valore.

Inoltre, l'approvazione della mozione del leghista Cota, con cui vengono istituite le classi di inserimento, ci riporta ad un periodo in cui prevaleva nella scuola il criterio della separazione, rispetto a quello del confronto costruttivo.

I tagli che oggi investono il settore scolastico sono segno della scarsa considerazione data all'educazione in Italia. In una società sempre più complessa, la scuola necessita di risorse umane e finanziarie, per cogliere le nuove esigenze e poter dare risposte adeguate. Oltre a non tenere conto di ciò, la riduzione dei finanziamenti lascerà senza lavoro migliaia di donne, in un paese dove l'occupazione femminile è tra le più basse d'Europa e dove le sono ancora fortemente discriminate negli ambienti di lavoro.

Il decreto Gelmini, avrà pesanti ricadute sulla vita di noi donne che, in quanto madri, e/o insegnanti subiremo un peggioramento della nostra qualità di vita e, ancora una volta, una forte limitazione della nostra libertà di scelta.

La riduzione del tempo scuola da 40 a 24 ore settimanali, costringerà molte famiglie ad assumere una babysitter e chi non potrà permetterselo a rinunciare al proprio lavoro. Molte di queste saranno donne, per una tendenza che ancora, nonostante le conquiste fatte, vede il lavoro svolto fuori casa delle donne meno importante di quello degli uomini.

Ricordiamo che essere dipendenti economicamente significa ancora oggi per molte donne essere obbligate a restare in situazioni di violenza.

La riduzione dell'orario nella scuola elementare si inserisce inoltre in un contesto di insufficienza clamorosa dei servizi per l'infanzia, per esempio degli asili nido.

Il decreto propone inoltre di ritornare ad avere in classe un insegnate unica ignorando il valore della pluralità di pensiero, delle esperienze di vita, delle relazioni che la scuola dovrebbe promuovere.

Per noi pluralità significa crescita, confronto, incontro: la scuola non può rinunciare a questa opportunità, ma deve al contrario valorizzarla.

Nel progetto di una scuola meno democratica, meno aperta, meno competente delineato dai nuovi decreti di questa presunta riforma, si inserisce l'assenza di ogni riferimento al valore della laicità. Al contrario l'insegnante di religione è l'unica specialista che rimane nella scuola in questo clima di tagli finanziari che colpiscono anche le "insegnanti di sostegno".

Il valore della laicità nell'istruzione del resto risulta già minato dall'insufficienza dei servizi scolastici, specie da zero a sei anni, che spinge molte famiglie a rivolgersi a scuole private, spesso confessionali.

La violenza contro le donne ha molte facce. Quella istituzionale è una di queste.

DICIAMO NO A QUESTO DECRETO CHE LIMITA IL DIRITTO DELLE DONNE DI SCEGLIERE

DICIAMO NO A UN DECRETO CHE IMPOVERISCE LA SCUOLA

DICIAMO NO A QUESTA FORMA DI VIOLENZA DELLE ISTITUZIONI SULLA VITA DELLE DONNE

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Sabato 22 novembre 2008 ore 14

P.zza della Repubblica Roma

ASSEMBLEA ROMANA DI FEMMINISTE E LESBICHE flat.noblogs.org

Sabato 22 novembre ore 14 Piazza della Repubblica

Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne

Per ascoltare lo spottino creato dal MFLA di Radio Ondarossa
clicca qui:

http://flat.noblogs.org/category/materiali

Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne

Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Corteo di donne autorganizzato

ROMA, 22 NOVEMBRE 2008 - P.zza della Repubblica, ore 14.00


INDECOROSE E LIBERE!

La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.

Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 donne, femministe e lesbiche per dire NO alla VIOLENZA MASCHILE e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne da parte di governi e partiti, per legittimare politiche securitarie e repressive. Torneremo in piazza anche questo anno perché i governi cambiano ma le politiche restano uguali e, al giorno d’oggi, peggiorano.

In un anno gli attacchi alla nostra libertà e autodeterminazione sono aumentati esponenzialmente, mettendo

in luce la deriva autoritaria, sessista, e razzista del nostro paese.

Ricordiamo il blitz della polizia al policlinico di Napoli per il presunto aborto illegale, le aggressioni contro lesbiche, omosessuali e trans, contro immigrate/i e cittadine/i di seconda generazione.

Violenza legittimata e incoraggiata da governi e sindaci-sceriffi che vogliono imporre modelli di comportamento normalizzati in nome del “decoro” e della “dignità” impedendoci di scegliere liberamente come condurre le nostre vite.

La violenza maschile ha molte facce e una di queste è quella istituzionale: vorrebbero risolvere la crisi economica e culturale che stiamo vivendo smantellando lo stato sociale.

Per salvare le banche, rifinanziare le missioni militari all’estero e militarizzare le nostre città, tagliano i fondi ai centri antiviolenza, ai consultori e a tutti i servizi che garantiscono alle donne libertà, salute e indipendenza.
Con la legge 133 tagliano i fondi alla scuola e all’università pubblica per consegnare l’istruzione nelle mani dei privati, determinando la fine del diritto ad una istruzione gratuita e libera per tutte/i.

Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre precarie, perdono il posto di lavoro, e viene meno un sistema educativo - il tempo pieno - che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di movimento e autonomia.

L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e dell’università è di renderci sempre più precarie e meno garantite: mogli e madri “rispettabili” rinchiuse nelle case, economicamente dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e bambini. Non pagheremo noi la vostra crisi!

Vogliamo reagire alla violenza fisica, psicologica, economica, normativa, sociale e religiosa agita verso di noi, in famiglia e fuori, “solo” perché siamo donne. Vogliamo dire basta al femminicidio.

SABATO 22 NOVEMBRE
SAREMO DI NUOVO IN PIAZZA COME FEMMINISTE E LESBICHE

PER RIBADIRE


con la stessa forza, radicalità e autonomia che la VIOLENZA MASCHILE non ha classe né confini, NASCE IN FAMIGLIA, all’interno delle mura domestiche, e NON È UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO, MA E’ UN PROBLEMA CULTURALE E POLITICO!


E AFFERMARE CHE

al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che SIAMO TUTTE INDECOROSAMENTE LIBERE!

al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE 5 IN CONDOTTA!

ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!

Sommosse – Rete Nazionale di femministe e lesbiche
www.flat.noblogs.org, per adesioni: sommosse_roma@inventati.org

venerdì 7 novembre 2008

Nuovo picchetto a Magliana

INDECOROSO PICCHETTO ANTI-SFRATTO:

Come un mese e mezzo fa appuntamento ore 8:00 sotto il consultorio di via
della magliana 256 per aspettare la visita dell'ufficiale giudiziario.
Nei giorni scorsi all'assemblea delle donne era stato comunicato l'avvenuto
accordo tra la proprietà dei locali del consultorio e la Asl,che sanciva
il blocco dello sfratto per finita locazione fino a gennaio 2009,data in
cui è prevista la fine dei lavori in Via Vaiano,il nuovo stabile che
dovrà ospitare il consultorio di magliana.
La nostra presenza stamattina era volta ad assicurarci che tale accordo
venisse effettivamente rispettato e per tenere alta l'attenzione.
Già dalle prime ore di picchetto alcune abitanti del palazzo,

fasciste e reazionarie, hanno iscenato la piazzata in nome del decoro urbano, perchè
i nostri striscioni contro lo sfratto del consultorio rovinavano la
facciata della loro sacrosanta proprietà.
Di fronte alle nostre spiegazioni che cercavano di sottolineare che noi
stavamo lì in difesa di un servizio pubblico e gratuito che rischia la
chiusura, queste hanno trovato come unica risposta l'arroganza e
l'aggressività e infine hanno chiamato le forze dell'ordine.
Dopo poco l'efficente carabiniere di quartiere si è presenta a via della
magliana 256 pretendendo i documenti di tutte noi.
A seguito di una breve trattativa,mentre nel frattempo arrivavano i
rinforzi della polizia, siamo riuscite a ridurre il danno, consegnando solo
i documenti di alcune di noi, e dei compagni del centro sociale Macchia
Rossa.
Valutiamo la vicenda un ennesimo attacco alla libertà di manifestare e di
lottare in difesa degli spazi e dei servizi del quartiere, a fronte di un
ottusa difesa della proprietà privata.
Reputiamo grave il fatto che la chiamata della polizia sia partita da
alcune donne,che hanno ritenuto più importante la tutela dell'immagine e
del decoro delle loro case piuttosto che la difesa di un posto che nasce
dalle donne e alle donne si rivolge.
Nonostante tutto ciò l'ufficiale giudiziario si è comunque presentato,e
ha rinviato lo sfratto al 4 febbraio 2009.
A fronte di questi eventi consapevoli che la questione del consultorio di
magliana non si è conclusa invitiamo tutte a partecipare all'assemblea
delle donne che si terrà venerdì 21 novembre ore 9:00 nei locali del
consultorio,via della magliana 256.

Indecorose e libere

l'assemblea delle donne
c.s.o.a. Macchia Rossa
l'otto marzo occupata
occupa.noblogs.org

venerdì 31 ottobre 2008

Apre la consultoria autogestita a Milano

L'ambulatorio medico popolare di via dei Transiti 28 a Milano non ottempera
all'ordinanza di rilascio dell'immobile e rilancia:
dal 4 novembre il collettivo Maistat@zitt@ riapre lo spazio consultorio
riservato alle donne, tutti i martedì dalle 18 alle 19,30

Il 4 novembre alle 18 inauguriamo la riapertura di questo spazio con un
aperitivo, sfidando le avverse vicende giudiziarie che hanno visto il
nuovo proprietario degli spazi in cui ha sede l'amp vincere la causa per
la liberazione dell'immobile, e che prevedono un nuovo accesso
dell'ufficiale giudiziario (con richiesta di forza pubblica) per il 25
novembre prossimo.

Dalla settimana successiva lo spazio “consultoria” sarà aperto tutti i
martedì dalle 18 alle 19,30 c/o Ambulatorio Medico Popolare via dei
transiti 28 Milano

IL PROGETTO

Nel 1994, a Milano, in alcuni spazi della casa occupata di via dei
Transiti, cominciava l'esperienza dell'Ambulatorio Medico Popolare per
la difesa del diritto alla salute. All'interno di quell'esperienza, su
un progetto portato avanti da tempo da un collettivo di compagne molto
giovani, nasceva il Consultorio autogestito e demedicalizzato.
Al Consultorio si potevano trovare informazioni "non neutre" sulla
contraccezione, sull'aborto, sulla gravidanza, sulla salute delle donne,
oltre che una mappatura "critica" dei consultori pubblici milanesi e
degli ospedali. Nel corso degli anni sono stati ripetutamente svolti
incontri di autoformazione su questi argomenti sia all'interno del
consultorio che nei centri sociali, e con le donne straniere nelle
scuole di italiano.
Un'esperienza preziosa che nel 2000, per problemi di tempo e di forze, è
stato inevitabile concludere, ma se è stato chiuso lo spazio "dedicato",
cioè la giornata in cui l'ambulatorio era aperto solo per le donne, non
è venuto meno in tutti questi anni il punto di riferimento informativo
costituito dalle compagne che continuano a svolgere la loro attività in
Ambulatorio.
La situazione attuale di attacco all'autodeterminazione delle donne e di
rimessa in discussione di alcuni diritti dati per acquisiti, rende
necessario riaprire questo spazio "fisico" in cui poter fare
informazione, in particolar modo sull'interruzione di gravidanza, sulle
modalità di accesso (soprattutto per le donne migranti) e sulla qualità
delle strutture pubbliche dedicate alla salute delle donne, sulla
conoscenza del proprio corpo e sulla contraccezione, sulle malattie a
trasmissione sessuale.

LE ATTIVITA'

questo ciò che si potrà trovare da subito
* informazioni, assistenza, e indirizzamento alle strutture pubbliche
per richieste di interruzione di gravidanza
* informazioni e indirizzamento ai consultori pubblici milanesi e alle
strutture ospedaliere a cui rivolgersi per problemi ginecologici,
gravidanza, parto, menopausa
* informazioni e indirizzamento alle strutture contro la violenza
maschile sulle donne
* ogni primo martedì del mese sarà dedicato in particolare, ma non solo,
alle donne lesbiche
* informazioni e materiali riguardanti la campagna “obiettiamo gli
obiettori” e spazio osservatorio OGO dove fare segnalazioni su abusi in
caso di
richiesta di IVG o di pillola del giorno dopo, o su problemi legati alla
presenza di medici obiettori di coscienza nei consultori o negli ospedali

queste le attività che partiranno prossimamente
* informazioni e incontri sulla contraccezione
* informazioni e incontri sulle malattie a trasmissione sessuale
* informazioni e incontri sulla medicina naturale, momenti di
autoformazione su sessualità, consapevolezza e contraccezione

le attività della consultoria sono completamente autogestite a
autofinanziate: non verranno richieste iscrizioni, soldi, tessere
sanitarie, permessi di soggiorno o altri documenti.

Questi i riferimenti per informazioni o contatti
02-26827343 lun 15,30-18,30 e gio 17,30-20,30 (orario di apertura AMP) e
mar 18-19,30 (orario consultoria)
maistatezitte@autistiche.org

per approfondimenti
www.vieneprimalagallina.org
www.ambulatoriopopolare.org
www.ogo.noblogs.org

Novità dall'Assemblea delle Donne del Consultorio di Magliana

Questa mattina (29.10.2008) è arrivata comunicazione ufficiale da parte della ASL di un raggiunto accordo con la proprietà dell' appartamento 256/C/3 in via della Magliana. L'accordo prevede una proroga dello sfratto fino (e NON OLTRE) a fine gennaio 2009.
D'altra parte, L'ing. Massimi, responsabile dei lavori al cantiere del Poliambulatorio di via Vaiano, dove il consultorio potrà finalmente trovare definitiva sistemazione, si
impegna da oggi a fornire un report dei lavori ogni dieci giorni, in modo da permetterci di monitorare la situazione.
Noi come assemblea delle donne, date precedenti esperienze antisfratto, presenzieremo comunque il 6 novembre con un picchetto in forma ridotta davanti il consultorio
per ricevere la comunicazione della proroga da parte dell' Uff. Giudiziario. Chi volesse venire a ribadire la propria presenza sarà la benvenuta.
L'INIZITIVA del 1° NOV. E' quindi RIMANDATA a dopo il picchetto. Ci ritroveremo in piazza a Magliana non più soltanto per fare informazione e attività sul territorio relative ai consultori , ma sarà anche la festa di tutt* coloro che hanno partecipato alla riuscita
di questa lotta. Noi non sappiamo se a gennaio la situazione sarà effettivamente risolta. Comunque vi terremo al corrente.
Per il momento grazie a tutte quelle che si sono mobilitate, ci hanno dato consiglio,
materiale info e sostegno.

Le donne dell'assemblea del consultorio.

martedì 21 ottobre 2008

Interventi dall'assemblea su reddito/lavoro/precarietà del 27 settembre 2008

Link per scaricare gli innterventi dell'assemblea del 27 settembre del
tavolo 4 (reddito/lavoro/precarietà).

Si può scaricare o leggere dal blog
insieme alla locandina dell'mfpr contro il D.d.L. Carfagna :


http://dossiertavolo4flat.blogspot.com/

Un altro decreto contro le donne

Il decreto Gelmini non risponde ad esigenze didattiche, ma alla scelta di privatizzare i servizi, di dare spazio alle scuole confessionali, di non investire nella cultura e nella formazione dei più giovani:
ANCORA UNA VOLTA SONO LE DONNE A PAGARE IL PREZZO PIÙ ALTO.
Nella già totale assenza di servizi pubblici per l’infanzia e di insufficienza clamorosa di asili nido, la riduzione dell’orario nella scuola elementare da 40 a 24 ore settimanali penalizza le donne, attaccandole su tutti i fronti:

-COME MADRI LAVORATRICI perché impone loro di pagare una babysitter o dei servizi alternativi privati, mentre impone alle tante donne che non possono permetterselo di tornare rinchiuse tra le mura domestiche

-COME INSEGNANTI, COLLABORATRICI, OPERATRICI che rischiano di essere tagliate fuori da un mercato del lavoro che già in Italia conta una percentuale bassissima di donne e che le vede sottopagate, impiegate in lavoro precari, sfruttate, vittime di discriminazione.

Non dimentichiamo che perdere il lavoro significa DIPENDENZA ECONOMICA, che è una tra le principali cause che costringono una donna a restare fisicamente e psicologicamente in situazioni di VIOLENZA.
Il governo propone la “novità” della maestra unica che, oltre a determinare un aggravio per le lavoratrici della scuola ed uno scadimento qualitativo del servizio, significa “PENSIERO UNICO”, ovvero la perdita della pluralità di visioni e di esperienze che per noi significa crescita.

DICIAMO NO A QUESTO DECRETO CHE LIMITA IL DIRITTO DELLE DONNE DI SCEGLIERE

DICIAMO NO A UN DECRETO CHE IMPOVERISCE LA SCUOLA

DICIAMO NO A QUESTA FORMA DI VIOLENZA DELLE ISTITUZIONI SULLA VITA DELLE DONNE


ASSEMBLEA ROMANA DI FEMMINISTE E LESBICHE
flat.noblogs.org