sabato 31 gennaio 2009

La resistenza quotidiana delle donne palestinesi

L’occupazione israeliana e l’assedio di Gaza


Domenica 1 febbraio

Dalle ore 17
Voci di donne
Confronto tra donne con diverse esperienze e riflessioni
sulla situazione in Palestina


Proiezioni video Non più sole di Donatella Bidini
Via da Gaza per restare di Carla Pagano e Hazem Harb


Poesia e prosa dalla letteratura della resistenza palestinese
(da testi di Sahar Khalifa; Fadwa Tuqan; Samira Azzam)


Dalle ore ore 21
Cena a base di cucina palestinese e musiche dal Mediterraneo




Assemblea romana di femministe e lesbiche
Gruppo donne Ex-Snia



Csoa Ex-Snia
Via Prenestina 173, tram 5-14-19, bus 81-810 - fermata Gattamelata

La violenza contro le donne non dipende dal passaporto

Se andate qui:

http://www.agenziami.it/articolo/2437/Presidio+delle+donne+davanti+al+Campidoglio/

potrete vedere il video del presidio che si è tenuto il 29.01.09 al Campidoglio

Comunicato presidio del 29 gennaio in campidoglio

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
NON DIPENDE DAL PASSAPORTO,
LA FANNO GLI UOMINI

Invitiamo tutte a partecipare a un presidio
contro la violenza maschile sulle donne,
giovedì 29 gennaio - dalle ore 16 in poi
scalinata del campidoglio, roma

Il Comune di Roma ha indetto per giovedì 29 gennaio (dalle ore 16) una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la "sicurezza" delle donne.
Le istituzioni e i media ancora una volta non hanno alcun ritegno nell'usare le donne che già subiscono violenza per parlare di altro e per distogliere l'attenzione dal fatto che la violenza contro le donne da sempre la compiono uomini - di qualunque nazionalità e classe sociale essi siano.
La politica e le istituzioni non hanno mai dedicato alcun 'consiglio straordinario' al fatto che le donne in Italia nel 90% dei casi (dati Istat) subiscono violenze o vengono uccise da familiari, ex o conoscenti, perché vorrebbe dire ammettere che c'è un intero sistema sociale ed economico che sfrutta le donne e cerca di controllare le loro vite con la 'cultura' dello stupro.

LE DONNE INSIEME
POSSONO SCONFIGGERE LA PAURA DELLO STUPRO,
POSSONO DENUNCIARE E DIFENDERSI
Presidio dalle ore 16 - scalinata del Campidoglio
giovedì 29 gennaio, roma

L'Assemblea romana di femministe e lesbiche
sommosse_roma@autistici.org

La violenza sulle donne non è una questione di sicurezza pubblica.

Negli ultimi giorni si sono consumati due stupri a Roma e dintorni, denunciati a gran voce dai media italiani. Non si parlava così tanto e diffusamente di violenza sulle donne dai tempi della campagna elettorale dello scorso aprile, quando la questione della sicurezza, dell'emergenza creata dai "violenti aggressori migranti", ha permesso l'impennata elettorale della destra.
Non è un caso che la grande risonanza data a questi episodi di violenza avvenga proprio alla vigilia della votazione al Senato del “pacchetto sicurezza” (DDL 733) per giustificarne le misure vergognosamente razziste e repressive.

Ribadiamo qui, contro chi usa la questione della violenza sulle donne solo quando fa più comodo, a scopi elettorali e mediatici, che la violenza sulle donne la fanno gli uomini, non è una questione di ordine pubblico, né di sicurezza, né tanto meno è relazionata alla provenienza geografica dell'uomo. Purtroppo è la stessa società in cui viviamo a legittimare un vera e propria cultura dello stupro, basti pensare alle recenti dichiarazioni del premier italiano, secondo il quale gli stupri POSSONO SEMPRE CAPITARE, dunque sono INEVITABILI, a meno che non si riesca a stanziare un soldato per ogni bella ragazza.

Ricordiamo che l'80% dei casi di violenza sulle donne avviene all'interno delle mura domestiche, e non per strada, e soprattutto è agita da mariti, compagni, fidanzati, fratelli e padri, non da perfetti sconosciuti, né tantomeno da migranti. Ci chiediamo perché a questo dato non venga data tanta risonanza, come ci chiediamo perché non ha fatto scalpore la notizia della donna rumena stuprata nello scorso ottobre dal datore di lavoro italiano. Evidentemente l'interesse della classe politica non è quello di risolvere la questione della violenza sulle donne, ma creare dei nemici sociali, in particolare individuati nei cittadini migranti, sui quali direzionare il malcontento della gente, sempre più strangolata dalle conseguenze della crisi economica, dalla mancanza di uno stato sociale efficiente, dal precariato diffuso sul lavoro.
Le politiche razziste del governo sono direttamente responsabili di episodi quali l'aggressione da parte di Forza Nuova ai danni di cittadini rumeni avvenuta a Guidonia.

La violenza sulle donne non è un fenomeno nuovo, ma un pesante fardello culturale che ci portiamo dietro da secoli. E' la spia di una società in cui l'uguaglianza tra i sessi è puramente formale, ma vede le donne svantaggiate dal punto di vista occupazionale (ricordiamo che in Italia l'occupazione femminile presenta una delle percentuali più basse d'Europa, nonostante le donne siano mediamente più istruite degli uomini), dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale. Una società che propone ancora un modello di donna succube e sottomessa all'uomo, o in quanto oggetto di piacere sessuale o in quanto moglie e madre reclusa nella prigione domestica.

La questione della violenza sulle donne è il portato di una cultura misogina e non si risolve con l'ordine pubblico, con l'incremento dei poliziotti nelle strade o cercando di individuare una categoria di “stranieri nemici” secondo logiche apertamente razziste.

La violenza sulle donne potrà essere risolta solo all'interno una società in cui
venga promosso il rispetto per le differenze di cultura, di provenienza geografica, di genere, di orientamento sessuale.

Gruppo Donne CSOA Ex Snia

domenica 11 gennaio 2009