mercoledì 24 settembre 2008

Articolo da "Il Paese delle donne"

DONNE DELLA SNIA

Hanno cominciato a vedersi per discutere del risultato deludente del referendum sulla legge 40. Poi sono arrivati gli attacchi ai consultori (a livello regionale prima, nazionale poi) ed alla legge 194 firmati Storace, così le riunioni per discutere di questi temi sono divenute per alcune donne del CSOA Ex-Snia Viscosa di Roma un appuntamento fisso.

Il gruppo è composto da una decina di donne, a cui inizialmente si univano alcune compagne di altre realtà della zona (laboratorio sociale occupato ed autogestito laTalpa e CSOA Strike), e lavora nei quartieri Prenestino e Pigneto.

L’obiettivo del lavoro sul territorio è quello di raccogliere informazioni sul consultorio (quello di piazza dei Condottieri è il referente) e sul modo in cui questo viene vissuto dalle donne del quartiere, nonché quello di fare attività di contro-informazione. A questo scopo è stato prodotto un questionario composto di tre parti: la prima propone alcune domande generiche (età, zona di appartenenza, etc..), la seconda intende indagare il grado di diffusione delle informazioni riguardanti l’esistenza dei consultori ed il tipo di servizi che questo offre, la terza parte riguarda l’esperienza personale della donna con il consultorio.

Il gruppo di donne dell’ex-Snia ha anche dato vita a numerose iniziative. Il 23 marzo, per iniziare, è stato organizzato un incontro per parlare del repartino del Policlinico Umberto I di Roma, occupato all’indomani dell’approvazione della legge 194/78 per garantirne l’applicazione: l’idea era quella di «riflettere e riparlare di un'esperienza che cercava di fare di un momento drammatico come quello dell'aborto un momento di partecipazione e solidarietà tra donne, nonché di riproporre un modo diverso di intendere il rapporto medico-paziente all'interno della struttura sanitaria» e di porre in continuità quell’esperienza dirompente di autodeterminazione ed autogestione con le odierne esperienze di lotta contro «la restaurazione clericale e maschilista su corpo e la mente delle donne». L’iniziativa, infatti, voleva anche affrontare la questione delle condizioni dei repartini in cui oggi si pratica l’IVG in merito alla libertà di scelta ed autodeterminazione delle donne.

Il 5 maggio, invece, il gruppo ha organizzato un pomeriggio di discussione sulla pillola del giorno dopo nell’isola pedonale del quartiere Pigneto. Ai/alle passanti è stato distribuito materiale contro-informativo sul farmaco ed una ginecologa ha risposto alle domande delle persone interessate, toccando anche la spinosa questione dell’obiezione di coscienza invocata spesso dai medici per non prescrivere il contraccettivo di emergenza. La scelta di dare vita all’iniziativa in piazza è motivata dalla volontà del gruppo di tornare a parlare di queste questioni in pubblico e di avvicinare persone che di questi temi non parlano e non sentono parlare.

In piazza, di nuovo nell’isola pedonale del Pigneto, si è svolta l’iniziativa del 15 giugno su pillola abortiva, aborto e obiezione di coscienza. Come per la pillola del giorno dopo è stato prodotto un opuscolo, distribuito ai/alle passanti. Una ginecologa ha discusso con la gente delle procedure per l’interruzione volontaria di gravidanza, della RU486 (e della battaglia che con alcuni medici stanno combattendo per ottenerne la sperimentazione) e del problema dell’obiezione di coscienza, che nel Lazio riguarda il 77% dei medici.

In previsione per il prossimo futuro c’è un nuovo incontro in piazza, questa volta sulle malattie sessualmente trasmissibili.

Il gruppo ha anche partecipato all’iniziativa del 9 giugno sulla pillola del giorno dopo andandola a richiedere in vari ospedali della capitale.

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